Gli Igers a Norbello, il paese dei Templari nel cuore della Sardegna

@ch_ecco

Il pretesto è stato l’invito a prender parte alla cena medievale organizzata dal Gruppo Medievale di Norbello, piccolo centro della regione storica del Guilcier, nella provincia di Oristano, conosciuto anche come il paese dei Templari.

Sì un pretesto perché in realtà noi ci siamo arrivati ben prima di cena muniti di smartphone e fotocamere, a caccia di storie da raccontare su Instagram e gli altri Social Network. E di storie affascinanti stavolta ne abbiamo ascoltate diverse.

Ad accompagnarci alla scoperta di uno tra i borghi più interessanti della Sardegna, entrato di recente a far parte della rete dei Borghi autentici d’Italia, è Daniela Madau, segretaria nazionale del’Associazione e guida turistica appassionata e preparatissima.

Prima tappa, all’insegna del #creatoadartesardegna ma anche della #sardegnaintavola, nella frazione di Domusnovas Canales, nel Panificio artigianaleSu Framentazu” dove abbiamo assistito alla lavorazione, rigorosamente a mano, di ‘Sa Simbula pintada’,  pane tipico del luogo. Considerate che esistono oltre mille tipi di #panidisardegna. Ad accoglierci e raccontarci la prima bella storia del tour #norbelloexperience, sono Sabrina e Claudio. Qualche anno fa, dopo aver perso il lavoro, hanno deciso di reinventarsi puntando sulla tradizione. Si sono seduti attorno a un tavolo insieme alle anziane del posto e hanno detto loro che volevano imparare a fare il pane “all’antica”.
Al caldo del forno a legna della loro casa, mentre diventavano padroni di un’arte bellissima, hanno ascoltato storie, aneddoti e leggende…che mai dimenticheranno.

La seconda tappa ci vede seduti all’ombra di un piccolo giardino intenti ad ascoltare un’altra storia, anche questa raccontata a due voci, quelle di Nino Schirra produttore di miele e Andrea Cabras, ex chef con anni di esperienza in diversi ristoranti d’Europa. Finisce, o meglio inizia, così: Andrea rientra in Sardegna e propone a Nino di produrre l’idromele. Un bel rischio considerato che non siamo in Inghilterra e che qui la vocazione è altra. Non tutti sanno poi che l’idromele non c’entra niente con le mele perché in realtà è prodotto dalla fermentazione del miele. Ma loro il rischio lo corrono e fondano la LIUNE che oltre a produrre il classico idromele, ma più leggero e quindi ottimo anche come aperitivo, creano una variante a base di ‘abbamele’ (sapa/decotto di miele), fantastica come bevanda da degustazione. Oggi la Liune è una delle cinque o sei aziende in Italia a produrre la Bevanda degli dei. L’unica in Sardegna. 
Ma siccome di miele ne producono in buona quantità lo utilizzano anche per preparare delle meravigliose creme di nocciole, di mandorle, abbamele, propoli, pollini ecc.

Questa terra antica si riscopre lontano dal mare, con i suoi testimoni di pietra che ancora osservano solennemente il passare delle stagioni. Tra questi silenziosi osservatori del tempo, il nuraghe Perdu Cossu accoglie chi giunge a Norbello attraverso la SP64, con i colori tipici dell’estate nel Guilcier (cit. Gabriele Orsini @tacchinobicilindrico).


La terza tappa prevede un giro nei dintorni del borgo che vanta un notevole patrimonio archeologico. Un tempo, non a caso, Norbello si chiamava Norghiddo, ovvero “idd’e nuraghes”, paese di nuraghi. In tutto il territorio se ne contano ben 28. Uno di questi è il Nuraghe Perdu Cossu. Diverse anche le Domus de Janas (le case delle fate), come quella di Funtana Suei, e le Tombe dei giganti, come quella di “Sa Tanca ‘e Suei”.

La terza storia parla proprio di Nuraghi. Ed è la storia di un artigiano che da circa 10 anni ricostruisce in scala ridotta e con un’incredibile dovizia di particolari, i più importanti Nuraghi dell’Isola utilizzando gli stessi materiali impiegati all’epoca: basalto, calcare, scisto, porfido e granito. Ne ha già realizzati 21.

miniatura nuraghe ruju di ignazio mele

Una passione, quella di Ignazio Mele, 61 anni, ereditata probabilmente dal padre scalpellino e scultore.

Ignazio oggi fa l’educatore ma nel tempo libero, gira la Sardegna munito di telecamera e macchina fotografica per catturare i particolari del Nuraghe che intende realizzare per poi passare alla consultazione di libri e planimetrie che sviluppa in scala.

Questa è solo la prima fase di un lavoro che richiede moltissimo impegno. Considerate che per costruire “Su Nuraxi” di Barumini (CA , il più grande della Sardegna, ha impiegato circa 350 ore . Alcune delle sue opere oggi fanno parte di una mostra permanente dal titolo “Ci fu un Tempo. L’età dei Nuraghi, nell’Isola di Sardegna ” a cura del Comune di Norbello , del la Cooperativa Paleotur che gestisce il Nuraghe Losa di Abbasanta e appunto di Ignazio Mele.

E infine si è fatta ora di cena ma prima dobbiamo andare a vestirci. Anche a noi infatti sono stati fatti indossare abiti di fattezza medievale per calarci al meglio nella rievocazione storica che ci ha riportati indietro al 1188, anno in cui Papa Clemente III impose al Giudice di Arborea la consegna ai genovesi del castello di Sella, occupato da armati catalani e cavalieri templari.

La cena, preceduta da spettacoli di falconieri e intervallata dalla partecipazione di giocolieri e giullari nella suggestiva cornice della Piazza del Popolo davanti alla bella chiesa dei SS Giulitta e Quirico, prevede la degustazione di piatti legati alla tradizione gastronomica medievale le cui qualità vengono illustrate ai commensali tra una portata e l’altra.

Lasciamo Norbello a notte fonda ma non prima di aver fatto un salto nella “chiesa dei Templari”. Santa Maria della Mercede è una piccola chiesa campestre in stile romanico costruita su una necropoli alto-medievale che racchiude iscrizioni murali e croci templari, risalenti alla fine del 1100, venute alla luce durante i lavori di restauro. Ce ne parla a lungo la nostra guida, la @DAMADELGUILCIER, che ringraziamo ancora una volta per averci accompagnato in una giornata intensa, ricca di storia e di storie.

 

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