Oliena Experience: nel cuore della Sardegna, tra storia, natura, cucina e artigianato

Servizio a cura di Alice Secchi @alice__s

È stata un’esperienza indimenticabile, per tutti gli Igers partecipanti, quella vissuta nel cuore della splendida e incontaminata Barbagia, in occasione del mini social tour #OlienaExperience. Due giorni all’insegna del #CreatoadArteSardegna e della #SardegnainTavola organizzati da Instagramers Sardegna insieme all’Hotel Su Gologone e al Presidio turistico Galaveras di Oliena (NU).

Prima tappa è stata la storica Cantina Sociale del Nepente, il cui nome in greco significa “nessuna tristezza”. Un vino dai profumi unici e inimitabili che inebriò a suo tempo anche Gabriele D’Annunzio. Il Nepente DOC infatti è uno dei migliori vini della Sardegna, proveniente solo dai vitigni di Cannonau del territorio olienese che, grazie ad un particolare microclima dato dalle montagne circostanti, assume profumi speziati di erbe aromatiche e calde note fruttate.

La giornata è proseguita con una pacifica “invasione” alla bottega di Franco Corrias, artigiano che realizza su misura diversi tipi di calzature, tra cui i “cusinzos” e i “gambales”. Questi ultimi sono i simboli indiscussi della cultura agro-pastorale sarda che Franco ha intelligentemente riproposto in chiave moderna, trasformandoli, anche, in accessorio alla moda. Noi abbiamo assistito a parte della realizzazione dei “cusinzos”, scarponcini alti, in pelle di vacchetta, molto richiesti sia dai pastori del Supramonte, ma anche da “forestieri” e turisti. Anche Papa Francesco ne ha ricevuto un paio che utilizza nelle sue passeggiate in montagna.

Questo mini social tour è stato reso possibile grazie al coinvolgimento di una delle realtà alberghiere che meglio rappresentano la #SardiniaExperience, un luogo dal fascino incredibile in cui è possibile fare un viaggio a 360° tra cultura, arte, tradizioni e cucina tipica. È qui che ci siamo diretti dopo le prime due tappe a Oliena. In questo luogo da favola, tutti gli ambienti sono una perfetta e armoniosa fusione tra design e tradizione e tutto va di pari passo con l’ospitalità e l’accoglienza più raffinata. Passeggiare per questo “hotel-museo” significa anche poter ammirare una delle più grandi collezioni d’arte privata dell’isola: quadri, ceramiche, sculture, mobilia, arazzi e tappeti dei migliori artisti. Significa perdersi nella #GologoneExperience. L’hotel, nato negli anni 60 dal genio imprenditoriale di Peppeddu Palimodde, della moglie Pasqua e dell’artista Giovanni Antonio Sulas, oggi è gestito dalla figlia Giovanna Palimodde, manager e artista. Sua è l’idea di creare nuovi spazi, tra cui la biblioteca, la vineria, le botteghe dell’arte o il suggestivo “Nido del Pane”, dove è possibile assistere alla preparazione del famoso Pane Carasau o delle Casadinas salate, tipiche di Oliena, preparate con formaggio di pecora e servite calde e filanti.

Date un’occhiata anche ai video realizzati da Massimo aka @mondosardegna.

Per completare l’esperienza della #olienaexperience non potevamo che fare un trekking alla scoperta della Valle di Lanaitho, otto km di macchia mediterranea incastonata tra le cime dolomitiche del Monte Corrasi. Accompagnanti da una bravissima guida della Gestur Sardegna abbiamo visitato il santuario nuragico “Sa Sedda ‘e Sos Carros”, costruito tra il 1300 e il 900 a. C., uno straordinario esempio d’ingegneria idraulica. Tra mura ciclopiche e capanne circolari, “gli architetti dell’acqua sacra” realizzarono un complesso dedicato al culto delle acque. Un posto tuttora immerso nel mistero e che potrebbe regalare ancora tante sorprese poiché la parte più consistente dell’antico insediamento, stimato in circa quattro ettari di sottobosco, non è stata ancora scavata.
Davvero molto interessante è stata poi la visita alla fiabesca grotta “Corbeddu Sondaar”, rifugio del famoso bandito sardo Giovanni “Corbeddu” dove il paleontologo olandese Paul Yves Sondaar rinvenne i fossili umani più antichi della Sardegna e delle isole del Mediterraneo. Ultima tappa del nostro trekking è stata la grotta “Sa Ohe” ossia “la voce”, che prende il nome dal boato prodotto dagli spostamenti d’acqua e aria al suo interno.

Non smetteremo mai di ripeterlo, venite a scoprire la Sardegna fuori stagione!

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